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Richiesta di preventivo da Giuseppe per Processo Civile da Torino, Piemonte

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Torino, Piemonte
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Da parte di Giuseppe [nascosto]
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Convivo, da circa cinque anni, con una donna dalla quale ho avuto un figlio che, ad oggi, ha quasi un anno di vita.
Attualmente lavoro, sempre in Italia, a circa mille km lontano da Torino e ritorno in questa città ogni venerdì sera per ripartirne domenica sera. Lei, invece, lavora in banca.
Forse si arriva alla “separazione” per volontà di lei.
Posseggo:
X) un appartamento – dove viviamo io, lei e il bambino, acquistato ad inizio convivenza, dai miei genitori, con un piccolo contributo mio (solo mio, la convivente, in questo, non ha mai partecipato né invitata a partecipare. Ha solo acquistato, parzialmente, alcuni mobili.
Io ho la residenza in questo appartamento, mentre lei risiede, anagraficamente, assieme al bambino, in un appartamentino di sua proprietà, appartamento che ha anche affittato, pur risultando ivi residente; in effetti vive nel mio appartamento. La convivenza non è stata registrata all’anagrafe. A piano terra dello stesso stabile ove conviviamo, da qualche anno, vivono i genitori di lei che hanno acquistato un appartamento più piccolo;
X) posseggo ancora un altro appartamento, sempre a Torino, acquistato totalmente dai miei genitori, prima della convivenza suddetta e utilizzato dai miei genitori.
In caso di separazione, cosa spetta a lei? E cosa si può fare, ora, concretamente e validamente, perché l’appartamento non venga “assegnato” a lei? Posso vendere/donare, ora, l’appartamento o gli appartamenti – poiché legalmente nessun atto di separazione è stato avviato - a uno dei miei genitori per evitare che lei accampi diritti sugli immobili, in caso di separazione?
A chi verrebbe assegnato il figlio e in che misura il coniuge non assegnatario potrebbe vederlo?
I nonni paterni possono frequentare/far visita al nipotino (ora la sua madre ha vietato di frequentarlo, mentre lo ha sempre consentito ai nonni materni?
Quanto costerebbe questa consulenza?
Si può avere con lei, avvocato, un colloquio diretto?

Giuseppe

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