In data XX Gennaio ho partecipato ad un'asta pubblica delegata per la vendita di un immobile.

A partecipare eravamo io ed un altra persona entrambi abbiamo offerto XX.XXX euro (offerta minima).

L'altra persona, una ragazza ha iniziato l'asta al telefonino poi ha chiuso la conversazione e occultando il telefono praticamente comunicava costantemente (ero seduto a X metri, era visibile) con un soggetto estraneo dando informazioni sulle mie offerte e ricevendo istruzioni che puntualmente eseguiva.

Visto che esiste un obbligo di identificazione dei soggetti offerenti ed essendo il comportamento palesemente non in linea con i principi di trasparenza (anche se hai un consulente al limite lo porti in aula ma non fai pilotare a lui la gestione dall'esterno.... con condotta che potrebbe suggerire il rischio che tu sia il prestanome di un soggetto che acquista per interposta persona), alla terza offerta di rilancio alle mie ho prontamente segnalato ai X (avvocato con funzioni di giudice delegato, custode giudiziario e altro membro della corte) che la signorina era palesemente in contatto con un soggetto esterno che di fatto conduceva l'asta e si poteva chiaramente verificare la correlazione tra invio messaggi, ricezione feedback ed offerte effettuate.

Davanti alle accuse la ragazza ha confermato che comunicava con il padre ed ha addotto alla giovane età la necessità di avere un supporto.

Ho formalmente chiesto che le offerte dell'altro acquirente fossero invalidate ma il custode giudiziario ha suggerito al giudice delegato (un avvocato) che spegnere il telefono fosse sufficiente in quanto non vi era stata turbativa d'asta. L'asta è quindi andata avanti (audio-video registrata) ed alla fine mi sono aggiudicato l'immobile ma ad un prezzo di gran lunga superiore.

A mio avviso l'altro concorrente andava escluso dalla gala per comportamento in violazione delle regole di trasparenza che un'asta pubblica doveva avere ho quindi chiesto alla corte di annotare a verbale la fattispecie, le mie dichiarazioni, la mia disponibilità di testimoniare e giurare assumendomi il rischio di querela per falso in quanto supportato dalle prove documentali (audio/video) oltre che da una persona che poteva testimoniare per me.

Il giudice pur non ritenendo di dover annullare l'asta (mi ha chiesto però se rinunciavo all'aggiudicazione) mi ha detto che è ammesso ricorso entro XX giorni.

La mia domanda è: posso chiedere expost l'annullamento delle offerte della controparte che ha agito in violazione delle regole di condotta da assumere durante l'asta e quindi ottenere l'aggiudicazione al prezzo inferiore?

Le considerazioni del custode e del giudice erano del tipo "ma è una ragazza, alla fine siamo flessibili, è normale volesse un po' di conforto dal padre". Censuro cosa penso di tali osservazioni e mi limiti a segnalare che il soggetto esterno poteva essere il padre onesto lavoratore ma anche un soggetto con l'intenzione di usare un prestanome per riciclare denaro.
A mio avviso è altamente scorretto questo comportamento almeno sul profilo professionale/morale.
Lascio a lei la valutazione sulle concrete possibilità di rivalersi sul piano giuridico.

Grazie mille in anticipo per il feedback e la valutazione preventiva del caso.