Io e mio fratello abbia ereditato e messo in vendita la casa dei ns genitori (milano). Il X aprile XXXXabbiamo firmato, assistiti da una agenzia immobiliare, un preliminare per un acconto di XX.XXX su un totale di XXX.XXX € con l'impegno di andare a rogito entro il XX giugno XXXX. Su richiesta dell'acquirente - che ne aveva urgenza - è stato concesso di detenere l'immobile dal XX aprile per anticipare l'esecuzione di alcuni lavori preliminari Qualche giorno prima della scadenza siamo stati informati che sul disegno allegato al rogito era indicata impropriamente una finestra che non è mai esistita (è oggettivo). Per sistemare formalmente i documenti senza perdere altro tempo è stata avviata e conclusa in tempi brevi (XX giugno) una sanatoria edilizia (XXXX € ... assolutamente ingiusta e ingiustificata) proprio per evitare tempi burocratici molto più lunghi (X/X mesi) che invece ci avrebbero consentito di evitare - dimostrando (forse) - la discrepanza dei documenti tecnici di progetto depositati in Comune. da quella data l'acquirente, malgrado le ns ripetute richieste formali e non di comunicarci una (indicativa) data di rogito non ha più risposto alle ns richieste, pertanto abbiamo minacciato che se entro martedi XX luglio non avessi ricevuto alcuna risposta avremmo avviato la procedura per considerare nullo l'accordo preliminare con le relative conseguenze ( perdita dell'acconto). Ammesso ( e non concesso) che entro domani non si debba ricevere alcuna risposta da parte dell'acquirente vorremmo sapere se è corretto il ns modo di procedere e se e quali passi occorre fare per mettere in mora l'acquirente e considerare effettivamente chiusa la trattativa. Ovvero conoscere i costi eventuali della gestione di una pratica di messa in mora e quali i rischi cui potremmo andare incontro. Grazie .