Lavoravo in un'azienda di trasporto conto terzi con XXX dipendenti.
Il X^ settembre ho ricevuto due raccomandate dalla mia azienda. Nella prima mi si metteva in ferie d'ufficio, nella seconda mi veniva comunicato il licenziamento a partire dalla fine del periodo di ferie.
La motivazione del licenziamento sarebbe la cessazione dell'appalto.
Visure camerali effettuate dimostrano che:
X) il X/XX/XX l'azenda presso la quale lavoravo ha ceduto il ramo trasporti conto terzi ad altra azienda; e che nel ramo ceduto erano inclusi gli appalti che invece risultano tutti ancora in essere;
X) che i soci della s.r.l. cedente erano, fino ad un mese prima dell'acquisizione, soci dell'azienda cessionaria.
Alla luce di queste due considerazioni domando se: X) siano stati rispettati i tempi del preavviso, fatti coincidere con il periodo di ferie. Infatti nella raccomandata di licenziamento la decorrenza di tale licenziamento è fissata alla fine del periodo di ferie;
X) se sia legale che i soci della cedente fino ad un mese prima fossero soci della cessionaria
X) che in realtà non ci sia stata nessuna cessazione di appalto, visto che l'azienda cessionaria ha acquisito tutti gli appalti ancora in essere dell'azienda cedente. E che pertanto si debba parlare di trasferimento di appalto Che semmai ci sia stata violazione dell'ex art. XXXX cc, relativo al trattamento dei lavoratori in caso di cessione di azienda o di rami d'azienda.
Specifico di avere già un legale che mi sta seguendo ma per motivi che non sto qui a specificare intendo ritirargli il mandato.
Allo stato attuale l'unico atto esperito è il ricorso contro il licenziamento, alfine di fermare i tempi di prescrizione del ricorso contro il licenziamento.
Nel ricorso non è stato specificato il mancato preavviso, ma si è contestato soltanto l'infondatezza della motivazione circa la cessazione del rapporto di lavoro.
Cerco quindi un'avvocato di Milano e richiedo un preventivo di spesa.