Sono andato al lavoro il XX e il XX/XX/XX, la situazione lavorativa presenta un elevato rischio di contagio:
Mi è stata data una mascherina, dei guanti monouso e dei disinfettanti, ma senza la minima formazione, inoltre nella stessa postazione di lavoro mi alterno con ben cinque lavoratori esterni.
Chi mi assicura che almeno uno di essi non sia portatore di virus?
A gran parte degli impiegati è stato affidato lo smart-working, ma non a me.
La mia attuale mansione è, nonostante un diploma, usciere e centralinista.
Io ho, purtroppo, alcune gravi patologie croniche.
In questi giorni sono in malattia, ma il mio medico curante, nonostante la situazione
non mi vorrebbe dare ulteriori giorni di malattia.
Ho letto un articolo inerente le agevolazioni che spetterebbero ai lavoratori con patologie croniche, ma mi ha risposto che a me non mi spetterebbe.
Esso è il seguente:
COVID-XX: certificati di malattia per pazienti con patologia cronica e/o immunodepressi
In situazione di emergenza da coronavirus, pazienti con patologia cronica e/o immunodepressi ma asintomatici sono da ritenere a maggior rischio di contrarre infezione. Per questo è stata definita una procedura che permetta a tutti i cittadini che presentino tali condizioni di rimanere a casa. L’INPS accetterà infatti certificati di malattia da identificare con codice VXX (persone con necessità d’isolamento, altri rischi potenziali di malattie e misure profilattiche). La certificazione dovrà riportare oltre al codice anche l'indicazione della diagnosi della patologia cronica associata o la causa d’immunodepressione (es. terapia salvavita). In tali casi, l'assenza dal servizio sarà equiparata al ricovero ospedaliero ai sensi dell’articolo XX, comma X, del decreto legge X marzo XXXX n. X.
Data di pubblicazione XX marzo XXXX
Cosa è possibile fare?
Distinti saluti