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Richiesta di preventivo da Annamatilde per Diritto Commerciale da Roma, Lazio

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Sospensione della certificazione biologica e risarcimento danni
ho necessità di una consulenza per sapere se ho possibilità di fare ricorso per cancellare la sospensione del certificato biologico e avere il risarcimento danni che sto subendo. Questo primo approccio sarà seguito dall’eventuale affidamento del caso, ove ce ne fossero le condizioni. Di seguito vi spiego la situazione della mia azienda.
Io sono Annamatilde B. , amministratrice dell’azienda C***o srl, che confeziona a marchio proprio alimenti di eccellenza assoluta, che abbiano queste caratteristiche fondamentali: prima qualità al mondo, biologici, che siano solo di origine vegetale e siano essiccati a basse temperature.
Il XX di maggio, senza alcun preavviso, mi arriva una comunicazione dal mio ente certificatore “(omissis) srl”, che mi sospende con effetto istantaneo il certificato biologico per X mesi. Ad un primo momento ho creduto fosse un avviso, ma non una prescrizione senza appello, però nel giro di qualche ora ho compreso che questa era la realtà a cui dovevo sottostare, secondo loro, da quel momento avrei potuto continuare a vendere ma senza più il certificato biologico sui miei prodotti. Ciò per me significava la chiusura dell’attività, poiché i miei clienti acquistano da noi i prodotti biologici e non essendo più tali, nessuno avrebbe più acquistato.
Ho fatto presente questo al mio ente, dicendogli che dalla sera alla mattina avrei dovuto mandare a casa X dipendenti diretti, X collaboratori indiretti e chiudere un’attività con migliaia di clienti, non poter pagare più i fornitori…ma nulla, a loro non interessava nulla, dicevano che era arrivata una denuncia “dall’alto” e che dovevano sospenderci il certificato bio immediatamente.
Inutile dire lo sconforto immenso per vedere in un istante finire tutto senza aver commesso nulla e di seguito poi vi spiego il fatto. I miei dipendenti erano sconcertati, sembrava un film di orror di economia. Si va in cerca di trovare posti di lavoro ed in un istante viene cancellata un’azienda efficiente, sana, che ha utili, crea lavoro, porta avanti un’idea in Italia assolutamente innovativa, che ha aperto un nuovo mercato sull’alimentazione che prima non esisteva: il crudismo.
È stata la peggior giornata della mia vita ed a seguire tutte le altre fino ad oggi e chissà per quanto, ma ora vi spiego il problema che ha causato la sospensione della certificazione:
Il XX aprile XXXX, ci viene inviata (tutte le comunicazioni ci sono pervenute tramite PEC) una comunicazione in cui ci viene bloccata la vendita di una barretta al limone e spirulina perché non preventivamente autorizzata dall’ente. Effettivamente non avevamo rispettato la procedura, anche se la barretta era a tutti gli effetti biologica, c’era un errore sul logo del bio, poiché avevamo messo il logo del bio sul fronte ed il numero dell’operatore a cui facciamo riferimento, sul retro. Abbiamo prontamente risolto, contattando tutti coloro che hanno acquistato il prodotto, proponendogli la restituzione gratuita, ma ovviamente, dato che era solo un errore formale, a nessuno è interessato. Abbiamo poi realizzato le modifiche richieste sull’etichetta, fatta approvare e rimessa in commercio subito.
Il XX maggio ci arriva un’altra comunicazione, che come accennato ci proibisce la vendita con il marchio biologico per l’intera gamma dei nostri prodotti in quanto è arrivata al nostro ente certificatore la denuncia di un’etichetta di Stevia in polvere recante la dicitura Biologica di un lotto di dicembre XXXX, quando il prodotto (seppur il nostro è prodotto con metodo biologico) in Italia, non può essere certificato biologico, mentre ad esempio, il nostro stesso prodotto, dello stesso produttore, è certificato biologico in Germania (In allegato una serie di documenti, tra cui questo).
Il fatto di per sé è vero, perché noi siamo consapevoli che la stevia non può essere bio in Italia ed infatti in tutti i nostri lotti precedenti e successivi della stevia, non hanno il logo bio, ma facendo indagini interne per capire cosa sia capitato, abbiamo evidenziato che: il XX dicembre, dovendo sostituire il barattolo della stevia, ci siamo rifatti fare l’etichetta dal grafico che l’ha sbagliata per distrazione, mettendo il logo bio anche in questo prodotto, poiché noi abbiamo il XX% dei prodotti certificati biologici ed anche a noi è sfuggito il controllo; fortunatamente abbiamo prodotto solo XX pz con quella etichetta, perché poi revisionando la grafica l’abbiamo tolta di mezzo al successivo lotto. È quindi evidente che non è stata una messa in commercio voluta di un prodotto spacciato per bio (saremmo pazzi a fare una frode per un valore di soli XXX euro rischiando tutta l’azienda) ma è stato un errore grafico con un danno contenuto per tutti, e che inoltre è possibile rintracciare le vendite e ritirare o risarcire eventualmente il prodotto. Tanto che dal momento che ci è stato comunicato, entro il termine di XX giorni prescritto, abbiamo dato comunicazione ai clienti che hanno acquistato la stevia per poterli eventualmente risarcire, anche se l’ente certificatore ci ha detto che questo passaggio è inutile, ma a noi interessa l’assoluta correttezza verso i nostri clienti.
Di seguito la nostra comunicazione all’ente certificatore in via PEC, lo stesso XX maggio:
“ L***o, mi ha detto P***o del fatto e come ti ha spiegato per telefono, ti metto per iscritto la dinamica del problema:
- Il XX/XX/XXXX, dovendo cambiare confezione per necessità logistiche, abbiamo fatto fare in tutta fretta un’etichetta al volo di un formato diverso al grafico. Come per tutte le etichette, il grafico parte da un layout standard, adatta il contenuto, nome, descrizione, foto, valori nutrizionali e quant’altro. Per questa etichetta ha erroneamente lasciato il logo e i riferimenti biologici, cosa che gli abbiamo già pesantemente rimproverato, e a noi è sfuggito il controllo.
- Lo stesso giorno è stata fatta una produzione ed è stato creato il lotto X***X da XX pz (ripeto XXpz su XXX.XXX etichette di XXX formati differenti che stampiamo l’anno)
- Successivamente è stata revisionata la grafica di tutte le etichette, ed il XX/XX/XXXX abbiamo sostituito la grafica della stevia, correggendo l’errore di distrazione.
Fortunatamente il danno è rimasto circoscritto. Vi allego la grafica dell’etichetta errata che ho trovato nei dati di dicembre, e dell’attuale, la quale vi è stata spedita un paio di settimane fa, per visione e approvazione. Ti allego anche la tracciabilità del lotto, i nominativi non escono in questa stampa, ma li contatteremo per informarli dell’errore dell’etichetta e per l’eventuale ritiro della confezione.
Detto questo, resto sconcertata della leggerezza della vostra comunicazione, che in un istante vuole far chiudere un’azienda per un errore di distrazione. Noi commercializziamo per il XX% prodotti Bio, forse questo non vi era chiaro e scrivere una cosa del genere, significa chiudere e mandare a casa per sempre tutte le persone che ci lavorano, non pagare tutti i fornitori per fallimento, distruggere il lavoro di X anni di tante persone e famiglie.
Beati voi che siete così perfetti da non fare errori di distrazione, ma credo che neanche in un regime come quelli di Saddam Hussein o Kim Jong-un si arriva a punizioni mortali per errori minuscoli.
Sono sconcertata ed adirata e sarebbe da denunciare voi per il danno creato all’economia che fate. La legge punisce in proporzione al danno che si crea. In questo caso il danno è X, la punizione vorrebbe essere X milione.
Aspetto vostre per rendere nulla la precedente comunicazione
Annamatilde baiano”

Quindi per XX etichette sbagliate per un errore umano, ci troviamo una punizione da sedia elettrica.
Il motivo di tale punizione così pesante, è da far risalire, secondo la loro interpretazione della normativa, al fatto che sia le barrette che la stevia, sono il peggiore degli errori che si possano commettere in campo biologico, vale a dire: vendere prodotti non bio per bio. Ma la realtà è tutt’altra, sia perché le barrette che fino al XX maggio abbiamo poi continuato a vendere bio, sono sempre state le stesse e sempre al XXX% bio, ma solo una formalità sull’etichetta le rendeva “non bio”, sia perché il secondo errore sulle etichette è un’evidente e dimostrabilissimo errore di distrazione e quindi non una frode.
La ciliegina sulla torta è che entro il termine di tre anni dal XX maggio XXXX, se commettessimo un qualsiasi errore umano, saremmo per sempre sospesi dalla certificazione biologica! Cose da non credere, perché significa non poter lavorare, perché è impossibile non commettere errori, non ne siamo capaci e non so chi ne sia capace di non commettere errori!
Il XX maggio stesso ci siamo rivolti ad un avvocato, che leggendo la normativa (la prima infrazione fa riferimento a: Art. XX Reg. CE XXX/XXXX - Irregolarità BX.XX, mentre la seconda fa riferimento a: Reiterazione delle NON conformità D.M. XXXXX XX/XX/XXXX - Infrazione MX.XX, ma trova tutto in allegato), ci ha detto che non c’è nulla da fare, se non presentare il ricorso a loro stessi!!! Cioè loro giudicano loro stessi! Chiaro che non possono che ribadire il loro giudizio. Ma la cosa è allucinante, noi non stiamo in uno stato democratico, ma nel peggiore dei regimi!
Ci attiviamo per preparare il ricorso, ma per consiglio del nostro ente certificatore che ci segue da X anni e di cui fino a quel momento ci fidavamo (anche se è ovvio che non è colui che ci ha denunciato, perché noi paghiamo lui per avere la certificazione, ma è stata un’azienda concorrente a presentare la denuncia direttamente al MIPAF), ci dice che è più che sufficiente la nostra lettera che ho inserito sopra come ricorso e sarebbero solo soldi sprecati farne fare un’altra da un avvocato. Noi restiamo in attesa del verdetto che ci viene comunicato che sarà per il XX giugno, ma con la quasi certezza di non essere riammessi perché loro avrebbero dovuto giudicare loro stessi!
Dal primo di giugno, con uno sforzo grandissimo, blocchiamo le vendite dei prodotti e ci attiviamo per vendere tutto senza certificazione biologica. Il danno è fatto! Ormai ci siamo arresi alla sconfitta e sul nostro sito siamo costretti a dichiarare a tutti gli utenti con un popup che non siamo più certificati biologici. Il crollo delle vendite è immediato, forse anche meno del previsto grazie alla fiducia di vari clienti, ma siamo al XX% in meno e la situazione è drammatica, ma decidiamo di andare avanti perché crediamo che prima o poi giustizia sarà fatta ed oggi metteremo fondo a tutti i risparmi per arrivare fino al primo di settembre e ripartire, senza licenziare nessuno, perché noi un’etica ce l’abbiamo.
Siamo sicuri che qualunque giudice fuori dalla lobby del biologico, capisca che è umano commettere un errore o anche di più, quando è evidente che non c’è frode, ma solo buona fede e ci dovranno risarcire di tutti i danni economici diretti e di immagine causati a breve e lungo termine, oltre ad un danno morale che mi sta distruggendo per l’ingiustizia subita.
In tre mesi, abbiamo subito tre denunce, un’ispezione bio (con esito perfetto, se non per l’etichetta della barretta di cui sopra. Allego anche l’esito dell’ispezione) ed un attacco hacker al sito che ci ha messo fuori uso il sito per un giorno e solo grazie ad un abile programmatore siamo ripartiti. Sarà tutto un caso, ma sembra che diamo fastidio a qualcuno grande, visto che noi siamo una micro azienda che però fa assoluta eccellenza che va ben oltre il biologico. Facciamo oltre XXX etichette differenti, ne abbiamo sbagliata una per errore e ci vogliono bloccare tutta la produzione, non è giusto.
In tutto questo, ci prodighiamo per poter verificare di nuovo tutto le etichette a livello legale e della certificazione biologica per essere “perfetti” quando ripartiremo, ma ancora una volta, con nostra sorpresa, ci viene detto che loro non ci approveranno alcuna etichetta fino a che non terminerà la sospensione. Quindi questo sta a significare che il primo giorno che inizieremo a vendere di nuovo bio, se abbiamo commesso qualche altro errore non voluto, avremo la sospensione per sempre. Non ci diamo pace del perché di queste sanzioni.
Il XX giugno, come preannunciato, ci arriva la lettera che il ricorso non è stato accolto e come prescritto dalla legge, da ora in avanti si può fare appello al tribunale o alla cassazione ed a me interessa trovare, oltre ad un primo parere, un avvocato che sia competente in materia per poter portare avanti il mio ricorso e la mia richiesta di risarcimento di danni, con la convinzione che ce ne siano i presupposti legali.

Volevo inserire gli allegati, ma non è possibile, se occorre, posso inviarli immediatamente

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Lucia Desiderio

Lucia Desiderio

Avvocato
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Buonasera,mi rendo conto della gravità della situazione in cui versa la Sua azienda, e vorrei fare il possibile per aiutarla.Nonostante l'esposizione dettagliata della vicenda, è necessario poter esaminare i documenti cui fa cenno.Potrà inviarmeli via email all'indirizzo [rimosso] Per qualunque necessità i miei recapiti sono i seguenti: XX- [rimosso] X e [rimosso] XXX.Cordiali saluti.Avv. Lucia Desiderio 

Avv. Fabio Di Resta

Avv. Fabio Di Resta

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Via Antonio Mordini - Città Metropolitana di Roma (Roma)

Buonasera,la questione è molto specifica e la risposta alla sua questione può essere fornita solo dopo aver esaminato tutta la documentazione e la normativa applicabile. Rimango a disposizione avv. Fabio Di Resta.

Studio abc

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Sig.ra Annamatilde. Molto spiacente per la situazione che si è venuta a creare, il nostro studio offre una consulenza preliminare, con un preventivo di € XXX,XX vista la grande complessità della vicenda, per la redazione di un parere motivato pro veritate, dopo ampio studio dei documenti che Lei vorrà cortesemente scansionare ed inviare. Dopo questa fase, lo Studio offre la possibilità di valutare eventuali iniziative giudiziarie.Cordiali salutiAvv. Stefano Duchemino

Antonella

Antonella

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Via Giovanni Antonelli - Città Metropolitana di Roma (Roma)

nora,Il Suo caso è molto interessante e sarei lieta di occuparmene, ci possiamo sentire telefonicamente a studio domani pomeriggio verso le XX al seguente numero X [rimosso] XX.Rimanendo in attesa di sentirla,Le invio cordiali saluti.Avv.Antonella Minelli

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