Testo tratto da raccomandata AR all'amministratore in cui dò spegazione della mia contrarieta a quanto avvenuto in assemblea ordinaria:
<< Dopo aver richiesto in apertura di assemblea, sia a nome mio e di chi rappresentavo, che fosse controllata la regolarità delle deleghe presentate, lei ha trasceso tale obbligo di legge, ammettendo al voto chi in quel momento (XXXX e YYYY) non aveva presentato tali requisiti, salvo esporre con uno sventolio un foglio di carta bianco. La persona di lei amica e che in passato l’ha presentata presso il nostro condominio, NON ha la quota per intero della proprietà (XXX%) come appare invece dai suoi resoconti e come lei ci ha sempre fatto intendere: lei ha visionato gli atti dei proprietari, noi no ... Come lei ben sa, con una “quota indivisa ”, scatta l’obbligo di delega dei comproprietari per poter partecipare al voto. Spetta all’amministratore l’obbligo di chiedere prove agli interessati aventi diritto: basta semplicemente portare in visione un atto di proprietà. Il costo? Zero Tale “furbizia”, non sempre di poco conto, visti poi i suoi effetti economico-burocratici, è una palese dimostrazione di slealtà per chi invece le regole le rispetta. Prima si controllano i millesimi e le “teste” delle deleghe e POI si vota, non il contrario! Le chiedo quindi una verifica su tutte le proprietà.
E) Al punto X, la delibera sulle spese di giardinaggio di XXX,XX euro, non è valida in quanto lei sa bene che, dichiarando “.. si delibera …”, si omette di dire esattamente chi. Tutti? La maggioranza dei presenti? Non essendo quindi indicato il numero di favorevoli/contrari/astenuti, non si può risalire in modo inequivocabile ai nominativi/quote di questa votazione, come invece obbligatorio per legge. Inoltre, la spesa appare altresì ingiustificata, in quanto il giardino/piazzale è regolarmente tenuto in ordine gratuitamente da sempre (vedi sottostante foto n°X) e il suo costo è pari a euro zero. Il far passare una spesa inesistente, con una delibera illegale e per giunta come spesa “straordinaria” una “ordinaria” (non c’è neppure mai stata una voce a bilancio), è frutto di una invenzione che meritava maggiore ponderatezza, se non un minimo di conoscenza dello stabile. Sono quindi contrario a tale delibera per i motivi sovraesposti e se non riceverò una sua formale comunicazione entro XX gg. dalla presente in merito all’invalidazione di tale delibera, adirò all’autorità giudiziaria chiedendone l’annullamento.>>

Domanda: posso chiedere effettivamente l'annullamento al giudice e quale è il costo da sostenere? Preferirei un avvocato in città. (Treviso). Grazie!